Cᴏɴᴏsᴄɪ ʟᴇ ʀᴇɢᴏʟᴇ ᴅᴇʟ ɢɪᴏᴄᴏ ᴅᴇʟʟᴀ Fᴏʀᴄᴜʟᴀ?

Sɪ ᴘʀᴇɴᴅᴇ ʟᴏ sᴛᴇʀɴᴏ ᴅᴇʟ ᴘᴏʟʟᴏ ᴇ ʟᴏ sɪ ᴘᴏʀɢᴇ ᴀʟ ᴠɪᴄɪɴᴏ ᴄᴏᴍᴍᴇɴsᴀʟᴇ.
Eɴᴛʀᴀᴍʙɪ ᴘᴏssᴏɴᴏ ᴇsᴘʀɪᴍᴇʀᴇ ᴜɴ ᴅᴇsɪᴅᴇʀɪᴏ ᴏ ᴅᴇᴄɪᴅᴇʀᴇ ᴜɴᴀ ᴘᴇɴɪᴛᴇɴᴢᴀ ᴅᴀ sᴄᴏɴᴛᴀʀᴇ.
Oɢɴᴜɴᴏ ᴘʀᴇɴᴅᴇ ᴜɴ’ᴇsᴛʀᴇᴍɪᴛᴀ̀
ᴇ ʟᴀ ᴛɪʀᴀ A sᴇ ғɪɴᴏ ᴀ sᴘᴇᴢᴢᴀʀʟᴏ!

Cʜɪ Vɪɴᴄᴇ?
Cʜɪ ʀɪᴍᴀɴᴇ ᴄᴏɴ ɪʟ ᴘᴇᴅᴜɴᴄᴏʟᴏ!

La tradizione dell’osso del desiderio risale a un rituale etrusco che prevedeva l’osservazione delle ossa dello sterno degli uccelli a scopo propiziatorio rituale.
Dopo aver mangiato il pollo, il gioco consiste nell’ esprime un desiderio in segreto prendere l’ossicino e tirare da una parte, l’altra tira dall’altra e chi si ritrova in mano il pezzettino di osso piu’ grande, vince la realizzazione del desiderio segreto appunto.
In Basilicata e Calabria si servono della forcella per la previsione sul sesso dei nascituri.
… Esistono anche delle prove per indovinare se una donna “farà” “mascùlë” o “ femmënë”. Si adopera, per esempio, un piccolo osso biforcato del petto del pollo, tirato da una parte da un maschio e dall’ altra da una donna.
Se in mano al maschio rimane la parte maggiore dell’osso, che non si rompe mai esattamente a metà, la donna incinta per la quale si compie la prova avrà un maschio, viceversa se è una femmina a trattenere in mano l’osso più lungo.
È diffusa tradizione ritenere motivo di fortuna ritrovarsi tra le mani l’osso “a Y” ancora intero nel mangiare la propria parte di pollo: lo si potrà conservare come portafortuna, oppure spezzare sul momento esprimendo un desiderio, anche secondo l’usanza di porgere una estremità al commensale accanto, che potrà altrettanto formulare silenziosamente il proprio desiderio: a chi rimarrà in mano il pezzo d’osso più lungo (comprendente il peduncolo) sarà di maggior buon augurio per l’esaudirsi del proprio intimo desiderio.
Gli etruschi pensavano infatti che le galline potessero possedere poteri di divinazione.
Sceglievano una gallina, quindi collocavano dei chicchi di mais in un cerchio. Ciascun chicco rappresentava una lettera del loro alfabeto. A seconda di quali chicchi la gallina mangiava, potevano prevedere gli eventi dell’anno e comporre frasi per il futuro. Poi sacrificavano l’animale, estraevano “l’osso del desiderio”, lo lasciavano asciugare al sole per permettere a tutta la comunità di toccarlo. Nel tentativo di toccarlo prima o poi si spezzava, probabilmente, data la fragilità dell’osso.
La tradizione si è evoluta nella competizione per avere il pezzo più lungo, una specie di gara alla fortuna che è sopravvissuta ed è stata esportata in America dai pellegrini.
Soltanto che la tradizione americana gioca alla fortuna con l’osso di un tacchino anziché di un pollo: nel giorno del Ringraziamento, quindi si prega e nello stesso tempo si mette in pratica un’usanza pagana, come spesso accade, a dimostrazione che il paganesimo non è mai morto e che il passato non può essere dimenticato.
L’ “osso del desiderio” è talmente conosciuto che a lui si ispirano amuleti, pendagli, spille, orecchini, bracciali e monili vari in materiali più o meno preziosi, a volte associati con pietre dure o perle che dovrebbero aumentarne l’efficacia e la bellezza.
In alcuni di questi gioielli, in mezzo alla forcella viene segnata una data per ricordare un avvenimento importante o un compleanno, oppure una lettera per sottolineare le iniziali del nome della persona a cui si regala.

Con Chickenbot avete sempre il gioco assicurato!

(i contenuti di questa news sono citati dall'articolo di Michela Chiarelli).